"Probiotici & Co." A. muciniphila il batterio del benessere
Spesso si sente parlare di probiotici, le aziende produttrici ne evidenziano le caratteristiche e i benefici che assumendoli quotidianamente apporterebbero all'organismo. spesso si consiglialo dopo una terapia antibiotica. Spesso inoltre ci si chiede se veramente siano utili, si trovano molti pareri a favore, viceversa si possono trovare alcuni pareri contrari, non perchè dannosi ma perchè le prove della loro efficacia vengono da alcuni giudicate deboli o dubbie. La cosa che probabilmente però pochi conoscono, è che come tutti i temi che affrontano la salute, c'è necessità di una conoscenza e una consapevolezza più ampia, per poter così giungere ad una comprensione migliore e meno dicotomica del mero "funzionano o non funzionano?".
La prima cosa da conoscere, per chi è a digiuno in materia, è che per probiotici s'intendeno dei batteri vivi che se somministrati in adeguate quantità , apportano dei benefici alla salute. Per prebiotici invece, s'intendono sostanze quali le fibre che non possono essere digerite dall'uomo, ma fonte necessaria di "cibo" per i batteri benefici che vivono nell'intestino, ovvero il microbiota. Il microbioma è invece la somma dei geni espressi da tutto il nostro organismo, compresi quelli della flora intestinale, il micorbiota. Molto importante sapere che la ricerca scientifica non si è affacciata ed interessata a questo argomento da molto tempo, in effetti gli studi degli effetti del microbiota sulla salute sono relativamente recenti. Nonostante si stia assistendo ad una crescita esponenziale in questo ambito con la nascita di discipline scientifiche mirate quali la psicobiotica che studia gli effetti del microbiota sulla mente (ovvero sul suo substrato neurale quel'è il cervello), si è iniziato a studiarne veramente gli effetti da un decennio a questa parte, sicuramente con ottimi risultati ma tuttavia ancora poco consistenti nel numero. È comprensibile e ragionevole quindi che la comunità scientifica, nonostante un considerevole interesse per questo nuovo ambito, stia procedendo con cautela nelle conclusioni e nelle divulgazioni, compiendo un passo alla volta, senza strillare.
Gli effetti positivi legati ad alcune tipologie di batteri sono comunque già sufficientemente documentati, anche se c'è ancora molto lavoro da fare, il problema di base potrebbero essere i numeri. L'intestino ospita circa 100 trilioni di microrganismi, ed innumerevoli sono le specie diverse tra loro, ne esistono anche di molto dannose tenute a bada da quelle benefiche, ognuna con la sua particolare peculiarità ed influenza sugli altri microrganismi e sul metabolismo, pensare di modificare questo sistema con una pastiglia che integra circa 1 milione di batteri è alquanto ottimistico, stiamo mandano un soldato contro un esercito. A questo si aggiunge il fatto che spesso non si conoscono nemmeno le tipologie di specie e ceppi che si assumono, un probiotico "a caso" potrebbe non essere quello di cui il nostro organismo abbisogna in quel momento. La ricerca sta comunque procedono nel definire meglio specie e funzioni correlate, come detto lo studio gli effetti di questi microrganismi sulla salute ad oggi occupa una posizione centrale, e a detta dei ricercatori in questo ambito, porterà il microbiota intestinale ad un ruolo di primo piano nella futura medicina scientifica (1).
In seguito a questa breve ma necessaria introduzione, oggi, non mi dilungherò nel riportare una lunga lista di probiotici affiancandone le più o meno studiate proprietà benefiche, vi parlerò invece di un batterio in particolare. Questo batterio, questo probiotico, potrebbe con tutta probabilità accelerare lo studio di molte altre specie, finora poco o per nulla studiate, e accelerare di conseguenza tutta la ricerca scientifica sul microbiota intestinale.
Akkermansia muciniphila, il batterio del benessere
Un ricercatore dell'Université catholique de Louvain in Belgio, il professore Patrice Cani è stato il primo a studiare ed indagare questo curioso batterio. In alcuni studi, Cani si è accorto che il batterio A. muciniphila era presente in misura maggiore, e di molto, nell'intestino degli individui magri rispetto a quelli in sovrappeso od obesi. La comunità del microbiota degli individui magri è composta da circa un 4% di questo batterio, mentre negli obesi è quasi assente. Non è solo una questione di peso, Cani, attraverso i suoi studi, ha scoperto che questo batterio benefico, se presente in adeguate quantità è in grado di apportare benefici diretti all'intestino, riducendo l'infiammazione dello stesso promuovendo la crescita di una barriera in grado di arrestare ospiti indesiderati, quali batteri nocivi, funghi o virus.
Patrice Cani ha così pionieristicamente dato il via a ulteriori studi in grado di comprendere quale meccanismo è celato dietro questo curioso e salutare batterio. Cosa interessante per Cani, era inoltre comprendere se l'integrazione di questo A. muciniphila , potesse in qualche modo apportare reali benefici. Nell'abstract di un suo recente studio il professore scrive:
"La sindrome metabolica è caratterizzata da una costellazione di comorbidità che predispongono gli individui ad un aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e diabete mellito di tipo 2. Il microbiota intestinale è un nuovo fattore chiave coinvolto nell'insorgenza dei disturbi legati all'obesità . Nell'uomo, gli studi hanno fornito prove di una correlazione negativa tra abbondanza di Akkermansia muciniphila e sovrappeso, obesità , diabete mellito di tipo 2 o ipertensione. Poiché la somministrazione di A. muciniphila non è mai stata studiata nell'uomo, abbiamo condotto uno studio pilota randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, su volontari sovrappeso / obesi insulino-resistenti... ...Integrazione di A. muciniphila vivi o pastorizzati per tre mesi è risultata sicura e ben tollerata. Rispetto al placebo, A. muciniphila pastorizzato ha migliorato la sensibilità all'insulina (+28,62 ± 7,02%, P = 0,002) e ridotto l'insulinemia (−34,08 ± 7,12%, P = 0,006) e colesterolo totale nel plasma (−8,68 ± 2,38%, P = 0.02). L'integrazione pastorizzata di A. muciniphila ha ridotto il peso corporeo (−2,27 ± 0,92 kg, P = 0,091) rispetto al gruppo placebo e la massa grassa (−1,37 ± 0,82 kg, P = 0,092) e la circonferenza dell'anca (−2,63 ± 1,14 cm, P = 0,091) rispetto al basale. Dopo tre mesi di integrazione, A. muciniphila ha ridotto i livelli dei relativi marcatori del sangue per disfunzione epatica e infiammazione mentre la struttura generale del microbioma intestinale non è stata influenzata. In conclusione, questo studio di prova mostra che l'intervento è stato sicuro e ben tollerato e che l'integrazione con A. muciniphila migliora diversi parametri metabolici".
il crescente numero di prove provenienti da altri studi su animali e umani suggerisce che A. muciniphila è un probiotico altamente promettente, in particolare il suo potenziale per la prevenzione e il trattamento del diabete, dell'obesità e dei loro disturbi metabolici associati, è di grande interesse per la futura ricerca (2,3,4). Per quanto riguarda l'effettiva commercializzazione di questo batterio benefico, si presume che non prima del 2021 sarà effettivamente disponibile sul mercato, ma l'integrazione per la maggior parte di noi non dovrebbe essere un problema. In effetti l'integrazione di questo batterio benefico potrà essere molto utile in casi di disturbi da sindrome metabolica o in altri casi specifici, è però un fattore secondario e non necessariamente fondamentale nella maggioranza degli individui, in quanto in generale, è possibile aumentarne o diminuire la concentrazione nel nostro intestino a nostro piacimento. Volete sapere come?
L'importanza delle fibre
Sembra di ridire sempre le stesse cose ma l'alimentazione ha un ruolo fondamentale anche in questo caso, frutta e verdura non sono solamente alimenti benefici dal punto di vista nutrizionale in quanto contengono elementi nutritivi quali vitamine, sali minerali e antiossidanti utili per il nostro benessere, frutta e verdura apportano anche molte fibre, fonte di cibo necessaria per i nostri batteri benefici, compreso il nostro buon A. muciniphilla.
Vari studi hanno dimostrato che i frutto-oligosaccaridi, contenuti in grande quantità in alimenti quali cicoria, cipolla, asparagi, carciofi, frumento (integrale), banane e legumi sono la fonte di cibo indispensabile di A. muciniphila, nonché di altri batteri benefici quali i bifidobatteri. Altri studi hanno confermato che un integrazione di frutto-oligosaccaridi con la dieta hanno aumentato esponenzialmente la concentrazione di A. muciniphila nella flora batterica intestinale dei soggetti, apportando tutti i benefici già esposti di cui tale microorganismo è capace. Contrariamente una dieta ricca di grassi e cereali raffinati è risultata essere compromettente alla buona proliferazione di questo batterio amico nell'intestino (1,4)
In definitiva pare che questo batterio (assieme ad altre specie), sia di fondamentale importanza per il benessere dell'uomo e la sua concentrazione determini lo stato di buona o cattiva salute dell'individuo attraverso la promozione di un meccanismo anti-infiammatorio che dall'intestino si irradia a tutto il corpo (1, 3). Possiamo comprendere quindi come la corretta alimentazione e soprattuto un buon apporto di fibre, sia necessario per lo sviluppo di quei microorganismi benefici in grado di promuovere e mantenere una corretta eubiosi: un delicato e complesso equilibrio di microscopici esseri viventi che ogni giorno ci aiutano a mantenere un buono stato di salute e benessere, molto più di quello che si potrebbe pensare.
Per tutti coloro che desiderano conoscere più da vicino questo complesso argomento, mi sento di consigliare il testo di Alanna Collen "i batteri della felicità " proposto da HOEPLI.
Fonti:
1. Alanna Collen, "10% Human: How Your Body's Microbes Hold the Key to Health and Happiness"
2. Supplementation with Akkermansia muciniphila in overweight and obese human volunteers: a proof-of-concept exploratory study
3. Metabolic endotoxemia inmates obesity and insulin resistance
4. Strategies to promote abundance of Akkermansia muciniphila, an emerging probiotics in the gut, evidence from dietary intervention studies
Mirko Toller
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