Apo A1-Milano: un arma contro le malattie cardiovascolari. Sapete cos'è?
Cos’è l’Apolipoproteina A-1 Milano?
La storia dell’apolipoproteina A-1 Milano ha inizio nel 1979 a Milano, col ricovero in ospedale di un impiegato delle ferrovie, originario di Limone sul Garda. I risultati degli esami sbalordiscono i medici: il paziente ha sia il colesterolo sia i trigliceridi con valori molto alti ma non mostra danni rilevanti alle arterie e al cuore. I medici decidono di indagare più a fondo e scoprono qualcosa di sorprendente nel sangue del paziente, di sua figlia e di suo padre: una proteina anomala, che i ricercatori battezzano A-1 Milano dandole, come di consuetudine, il nome della città in cui è stata scoperta. L'Apo A-1 è la principale componente delle lipoproteine ad alta densità (o HDL), cioè il cosiddetto colesterolo “buono”. L'apolipoproteina A-1 Milano è una mutazione naturale della proteina A-1, che si comporta in maniera anomala, ma benefica, risultando un’arma estremamente efficace contro arteriosclerosi e infarto. Per effetto di questa proteina i grassi sono “spazzati” a gran velocità dalle arterie e convogliati al fegato dove vengono eliminati.
Gli studi proseguono sempre più intensamente: tutti gli abitanti del paese vengono sottoposti a prelievi del sangue e ad approfondite indagini ematiche. Viene così scoperto che un notevole numero di residenti è portatore del gene. Gli studi successivi mirano quindi a capire il motivo per cui questa mutazione sia avvenuta proprio a Limone, e a sviluppare eventuali usi in ambito medico. Ricercando negli archivi comunali e in quelli storici tenuti fino alla seconda metà dell’Ottocento dalla chiesa parrocchiale di San Benedetto, si riesce a individuare un comune denominatore tra tutti i portatori: la coppia Cristoforo Pomaroli e Rosa Giovanelli, sposatisi nella seconda metà del 1700, mentre la comparsa dell’apolipoproteina potrebbe risalire al 1644 o forse anche in epoca antecedente. Tra le principali cause della mutazione e della sua trasmissione, spiccano i numerosi matrimoni tra consanguinei, principalmente dovuti all’assenza di una strada che permettesse agevolmente di interfacciarsi con il resto del mondo. La costruzione della strada Gargnano – Riva, un vero capolavoro dell’ingegneria dell’epoca con le sue lunghe gallerie scavate nella roccia a pochi metri dal lago, avvenne, infatti, soltanto tra il 1929 e il 1931, aprendo il paese al mondo e al turismo. Negli anni successivi alla scoperta, gli studi di alcuni dei maggiori laboratori del nord d’Europa e degli Stati Uniti si concentrano su Limone. Tutto ciò solo grazie alla preziosa collaborazione degli abitanti, che si sono resi disponibili, sottoponendosi di buon grado a numerosi esami clinici, onorati di poter essere utili alla scienza.
È stato così possibile sintetizzare l’A-1 Milano, trasferendo in alcuni batteri la capacità di riprodurre la proteina. Agli inizi degli anni Novanta vengono condotti i primi importanti esperimenti sugli animali e i risultati sono estremamente positivi: iniettando la proteina clonata si osserva una notevole riduzione delle placche lungo le pareti delle arterie. Alla fine degli anni ‘90 le ricerche continuano, anche se con minor clamore, ma nel novembre 2003 un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic Foundation, guidati da Steven Nissen, riesce a produrre un farmaco sperimentale che viene somministrato a quarantasette soggetti affetti da gravi forme di arteriosclerosi: in sole sei settimane si ottiene una riduzione media del 4,2% della placca. I riflettori di tutto il mondo sono puntati su Limone: potrebbe trattarsi della scoperta più importante del decennio. La notizia che la sintesi in laboratorio della proteina potrebbe concretamente portare alla produzione di un farmaco in grado di curare le più gravi patologie cardiovascolari, riporta decine di giornalisti e troupe televisive per le stradine e gli stretti vicoli del paese. L’attenzione cresce ancora nel maggio 2004 quando Limone ospita, in un importante convegno scientifico internazionale, i maggiori esperti americani ed europei responsabili degli sviluppi nella cura delle malattie cardiovascolari attraverso l’apolipoproteina. La riunione è un’occasione per confrontarsi su questioni mediche, ma anche per discutere della particolare longevità degli abitanti del paese che, grazie alla sana alimentazione mediterranea (ricca di pesce di lago, olio e agrumi locali) e alle favorevoli e uniche condizioni climatiche (Limone, infatti, è il luogo più settentrionale dove vengono coltivati gli agrumi), hanno un’aspettativa di vita molto elevata. Questi doni, che sono stati per lungo tempo ben custoditi dai limonesi, vengono ora condivisi con i numerosi e spesso ignari turisti, che trascorrono sereni le loro vacanze in questa tranquilla destinazione turistica del lago di Garda “facendosi anche del bene”.
Le belle notizie intanto continuano: l’equipe medica del professor Sirtori, farmacologo milanese, ritornata nel paese per effettuare delle analisi sui nuovi nati, figli dei portatori del gene, riesce a individuare nel sangue di ben otto bambini la preziosa proteina. Il gruppo di fortunati portatori si allarga, protraendo così, per oltre 300 anni, l’affascinante storia dell’Elisir di lunga vita, mutazione che di generazione in generazione è riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri, dando speranza a tante persone affette da malattie cardiovascolari. Il paese di Limone, orgoglioso dell’attenzione riservatagli, decide di documentare questa straordinaria scoperta, lasciando un’indelebile testimonianza nel nuovo Centro di documentazione del turismo, inaugurato nell’ex palazzo municipale.
In seguito, il 26 maggio 2007, l’università Bocconi di Milano sceglie Limone come sede per la nona conferenza annuale della fondazione Rodolfo Debenedetti sul tema “Health, Longevity and Productivity”, si discute di qualità della vita, salute, scienza e società. La sperimentazione nel frattempo continua e la proteina torna ad essere al centro dell’interesse del mondo della medicina cardiovascolare nell’ottobre 2012 quando la Fondazione Carlo Sirtori di Milano organizza, proprio a Limone sul Garda, il congresso scientifico internazionale “Present status of HDL Therapy” al quale prendono parte i massimi esperti nel settore per discutere dello stato attuale della terapia con HDL. Durante il convegno viene annunciato che in pochi anni dovrebbe essere immesso sul mercato un nuovo farmaco per la cura delle malattie cardiovascolari, sintetizzato dall’apolipoproteina A1 – Milano, ricavata dalla proteina limonese. Siamo in attesa che tutto questo si trasformi presto in un nuovo traguardo della ricerca e tutte le persone affette da malattie cardiovascolari possano trarre beneficio e vivere a lungo in salute e, perché no, trascorrere le loro vacanze nell’oasi limonese, luogo d’origine dell’elisir di lunga vita.
Il prossimo 1 marzo 2019 sarà presentata la nuova equipe che seguirà gli sviluppi medici, genealogici e scientifici della popolazione di Limone sul Garda, per approfondire una delle più sensazionali scoperte scientifiche: l’apo A1-Milano, gene Limone. Il 1° marzo 2019, alle ore 20.00 - presso il Centro Congressi “Daniele Comboni” - sarà presentata la nuova equipe di medici che si occuperà di seguire i Limonesi e i non Limonesi, portatori del primo mutante delle apolipoproteine umane (apo AI-Milano, gene Limone).
Ad oggi sono portatori certificati circa 40 abitanti di Limone sul Garda, oltre a 7-8 ex-Limonesi residenti in Italia o all’estero. Parteciperanno all’incontro il Prof. Cesare Sirtori, decano delle ricerche sull’apo AI-Milano e i membri della nuova equipe: i Professori Marcello Rattazzi e Nicola Ferri dell’Università di Padova, la Prof.ssa Laura Calabresi, il Dott. Massimiliano Ruscica e la Dott.ssa Chiara Pavanello, dell’Università di Milano. La nuova equipe ha obiettivi molto ambiziosi di indagine. Di recente l’apo AI-Milano si è dimostrata uno strumento di grande efficacia nel trattamento dello scompenso cardiaco, nei test su animali da laboratorio. Il Prof. De Gest, dell’Università di Lovanio, ha dimostrato che animali con scompenso cardiaco traggono grande beneficio da ripetute iniezioni del prodotto mutante. Si attendono dati clinici a supporto di questa possibile terapia, per la malattia del cuore a più alta crescita nel mondo. E’ stata scoperta anche la possibilità di somministrare l’apo AI-Milano in un latte geneticamente modificato, come dimostrato dal Prof. Giovannoni dell’Università di Pisa. Anche in questo caso in piccoli animali si è vista una forte riduzione delle placche di arteriosclerosi. Questo tipo di trattamento potrebbe ridurre il costo della terapia HDL, per ora ancora eccessivamente elevato.
La nuova equipe si propone di studiare, a distanza di tempo, quali siano state le effettive modificazioni cardiovascolari strutturali e funzionali verificatesi nella popolazione studiata in precedenza. I portatori saranno sottoposti a un nuovo studio cardiovascolare completo, comprendente l’analisi della funzione endoteliale, la determinazione del danno vascolare periferico (carotidi e arti inferiori) oltre allo studio della funzione cardiaca e degli apparati valvolari.
Post a Comment