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Uno strano e triste caso di alimentazione sbilanciata


L'importanza di una corretta alimentazione, fin dalla tenera età, non deve essere interpretato come una frase, un motto detto e ridetto, letto e riletto, che possiamo sentire o leggere qua e là. Deve essere il principio cardine con cui ognuno di noi affronta la vita di tutti i giorni, una consapevolezza che deve entrare a fa parte del nostro modo di essere.

Un 17enne britannico ha subito un danno irreversibile alla vista dopo aver mangiato, fin da quando era piccolo, solamente patatine fritte, chips, salsicce, prosciutto e pane bianco. Un comportamento alimentare sicuramente al limite, quasi surreale, ma che spesso anche se meno estremo, può ricalcare il comportamento alimentare di molti bambini e giovani che se non adeguatamente supportati e istruiti in ambito alimentare, si lasciano spesso conquistare dai cibi pronti, gustosi, molto saporiti, dall'elevato apporto calorico ma che al contrario, sono poveri o addirittura privi di elementi nutritivi essenziali, soprattuto nella delicata fase dello sviluppo e dell'accrescimento.

La dottoressa Denize Atan, che ha avuto in cura il ragazzo all’Ospedale oculistico di Bristol, ha parlato di questa quasi surreale e triste storia:

 La sua dieta era costituita essenzialmente da una porzione di patatine fritte al giorno dal negozio di fish and chips vicino a casa. Faceva altresì degli spuntini con delle chips (Pringles), talvolta delle fette di pane bianco e occasionalmente delle fette di prosciutto 

Il giovane, che risulta nonostante tutto normopeso, è stato colpito da una neuropatia ottica nutrizionale provocata da un carenza prolungata di vitamina B12. I medici, però, gli hanno riscontrato anche bassi livelli di rame, selenio e vitamina D. La patologia gli ha causato la perdita della vista frontale. Ora può affidarsi solo alla vista periferica residua: non potrà guidare, fatica molto a riconoscere i volti, a leggere o a guardare la TV e rispetta i criteri per essere dichiarato cieco. 

Questo regime dietetico estremamente selettivo, andava avanti dalla fine della scuola elementare ed era determinato da una forte avversione per la consistenza della maggior parte dei cibi. L’adolescente aveva già consultato i medici all’età di 14 anni perché si sentiva stanco e, già allora, gli era stata diagnosticata una carenza di vitamina B12 e gli erano stati conseguentemente prescritti degli integratori. Il ragazzo, tuttavia, non aveva seguito la cura né aveva migliorato la sua alimentazione. 

Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che ha riportato questa curiosa ma triste notizia, casi come questo sono per fortuna rari, ma i genitori dovrebbero essere consapevoli dei potenziali danni di un atteggiamento iper-selettivo a tavola e quando frutta e verdura sono praticamente assenti. Nel mirino non c'è semplicemente il cibo spazzatura, ma l'atteggiamento schizzinoso ed esigente che porta molti bambini a evitare alcuni cibi.

Il caso, chè è riportato sull’Annals of Internal Medicine Journal, fa riflettere e mette in luce non solo l'importanza della corretta alimentazione, ma anche del corretto supporto educativo e psicologico di cui i giovani abbisognano, supporto che deve essere necessariamente messo in campo dagli adulti responsabili, i quali a loro volta, devono essere capaci d'informarsi consapevolmente su questo tema, e dare quindi per primi il buon esempio seguendo a loro volta un regime alimentare completo, vario ed equilibrato.


Toller Mirko


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