Il coraggio di scegliere viene dal caos
“Sto attraversando un periodo difficile, mi sono bloccata dinanzi all’incapacità di fare una scelta, non so se intraprendere un nuovo cammino che sembra condurmi a nuove amicizie, a una nuova città , a un nuovo mondo, oppure restare, sì, restare in quello che per anni è stato il mio mondo, il luogo dove lavoro, dove ogni angolo di strada mi parla di me, dove la pioggia si mescola alle mie lacrime per una storia finita, dove ho costruito il mio posto. È come entrare in acqua ed esserne paralizzati, non poter nuotare ma neppure sprofondare negli abissi, sono ferma e questo mi provoca ansia, senso di soffocamento, eppure non soffoco.”
Questo breve estratto fa parte di un colloquio psicologico della dottoressa Giovanna Pascolo psicologa e psicoterapeuta presso il centro medico Medicina e Nutrizione, il colloquio è avvenuto con una giovane donna di 32 anni qui soprannominata Lucia.
La dottoressa Giovanna Pascolo qui di seguito, accompagnerà il lettore nel senso più intimo di questo momento d'indecisione di Lucia, osservandolo con nuovi occhi e nuove prospettive.
Lucia ha da poco ricevuto una nuova offerta di lavoro per la stessa azienda per cui lavora ma che la porterebbe a cambiare città . Il punto sul quale vorrei riflettere è il senso di stasi che spesso nella vita coinvolge ognuno di noi. Stare fermi è solo un’illusione ottica del nostro percepirci guardandoci dall’esterno, con l’occhio razionale; stare fermi non a caso produce inquietudine, indecisione, caos che sono elementi del divenire, sono dinamici, moti dell’anima che sta preparando nuove tappe del nostro cammino. Il sentirsi “paralizzati” altro non è che la voce interiore che coglie e ci comunica il processo trasformativo che è già in corso nel nostro abisso più profondo, che come una porta impetuosa dinanzi a noi si lascia aprire da un’unica chiave, l’inquietudine.
Essere bloccati in un impasse che ci inquieta è il frutto straordinario dell’anima che ci guida, in un bosco oscuro segna dei marchi sugli alberi tracciando un sentiero, quei marchi sono i tanti tentativi che l’anima stessa compie sotto forma di pensieri, paure, caos interiore.
È ribelle l’anima, non conosce tempo, non ama schemi o ragionamenti razionali, non prende decisioni definitive ma veste di dubbio e conduce a una destinazione dove il processo trasformativo partorirà la più grande delle metamorfosi, darà alla luce l’ordine, lo stesso ordine che nello stare fermi è stato nutrito segretamente nel grembo del caos, in quel mare che paralizza secondo Lucia, e che in chiave simbolica è il liquido amniotico che avvolge e protegge l’embrione. Ma quell’embrione che chiamo ordine non è forse la scelta che l’anima desidera e pretende? “La scelta c’è dove c’è confusione” dice Jiddu Krishnamurti, la scelta origina e vive in un sapere irrazionale, in un sapere profondo che Jung chiama “sapere del cuore”. “Il sapere del cuore non si trova nei libri, né in bocca ai maestri, ma cresce da te, come il verde frumento dalla terra nera. L’erudizione fa parte dello spirito di questo tempo, ma questo spirito non comprende per nulla il sogno, perché l’anima si trova ovunque non si trovi il sapere erudito” (dal Libro Rosso, pag. 233).
È forte nella stasi la pressione a rimanere nello stesso punto e pesano sfiducia, aspettative, abitudini quotidiane… E da qui il devo scegliere se partire o no, devo scegliere se cercare di sanare una relazione, devo scegliere se tornare con lui dopo che l’ho tradito, devo scegliere se perdonare, devo scegliere se accogliere il nuovo, devo scegliere…Tutto quello che fa ammalare l’anima è il dover scegliere, ciò che la fa fiorire è il coraggio di scegliere, attraversando i boschi e marcando gli alberi; come il coraggio di Prometeo che ruba il fuoco, bene prezioso, a Zeus per donarlo agli uomini e far nascere la conoscenza, così nello stare fermi dovremmo avere il coraggio di custodire quella scintilla che sarà l’inizio del progresso.
Scegliere di aprirci alla vita e respirarla pienamente piuttosto che chiuderci al mondo, scegliere il coraggio di osare piuttosto che la paura di lasciarsi andare, scegliere di essere, perché come dice il mago Albus Silente ad Harry in Harry Potter e la camera dei segreti: “Non sono le nostre capacità che fanno di noi quello che siamo, Harry, sono le nostre scelte!”
L’anima ha dei codici che l’occhio razionale non può scrutare, pertanto è importante in un momento di fermo apparente non cercare spiegazioni bensì capire con gli occhi del cuore, con lo sguardo profondo che ha codici emotivi nel senza tempo, non chiedere consigli che potrebbero deviare il flusso della propria autenticità (potresti fare scelte non tue ma acquistate al mercato delle proiezioni altrui su di te), non pensare continuamente alla situazione che pare irrisolvibile, distrarsi e soprattutto accettare il dubbio!
Al fine di fare dell’indecisione una risorsa e al fine di gestire al meglio l’eventuale ansia che l’accompagna, può essere utile un percorso individuale di supporto psicologico che accompagna il paziente nel processo trasformativo che sottende la presa decisionale.
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